“ Credo  in un solo Signore Gesù Cristo”

 

Introduzio​ne

Dopo aver riflettuto lo scorso anno sulla figura del Padre contenuta nel credo, questo anno  ci soffermeremo sulla figura del Figlio.  L’atteggiamento da avere è quello di Zaccheo che vuole vedere Gesù, di Nicodemo che vuole passare dalle tenebre alla luce, della Samaritana che chiede di essere dissetata per l’eternità,  di Maria sorella di Lazzaro che pende dalle labbra del maestro, del giovane ricco che chiede cosa serve per ottenere la vita eterna. Tutti sono accomunati dal voler incontrare Gesù. L’incontro con Cristo cambia radicalmente la loro vita, sconvolge le loro abitudini, ritraccia le coordinate della loro esistenza. Permettono al maestro di “plasmare” la loro vita, fare di loro delle creature nuove: “dammi di quest’acqua”; “Maria si è scelta la parte migliore”; “darò metà dei miei beni ai poveri e se avrò frodato restituirò quattro volte tanto”; “Giuseppe di Arimatea e Nicodemo, che era andato precedentemente di notte da Gesù, chiedono il suo corpo ”.

 

Ascoltiamo    

 

Dal Vangelo secondo Marco  (8, 27-35 )

 

[In quel tempo], Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».

Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò (epitimao) loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo (epitimao). Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò (epitimao) Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

 

Riflettiamo

 

Gesù si trova nella regione di Cesarea di Filippo. Siamo in un territorio pagano dove a prevalere è il culto degli dei e non quello del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. A  Cesarea, sovrano incontrastato, era uno dei tre figli a cui Erode il grande aveva affidato il Regno. A Filippo era capitata la zona della Gaulanitide, quella delle alture del Golan,  e come il padre aveva pensato bene di dedicare una città a Tiberio Cesare. La città che fino ad allora si chiamava Panias, per il culto al Dio Pan, da quel momento si chiamerà Cesarea di Filippo per distinguerla da quella più famosa, dove risiedeva il governatore romano con la sua flotta, che era Cesarea Marittima. Gli storici dicono che era un sovrano aperto e tollerante.

“Per la strada”, il termine greco usato (en te odo) è lo stesso che Gesù usa a proposito del terreno dove cade il seme della parabola del seminatore. Siamo in un contesto di fede. Gesù vuole capire in chi e che cosa credono i suoi apostoli che ha scelto perché lo aiutino nella sua missione. La domanda preparatoria, “chi dice la gente che sia il figlio dell’uomo” è il preludio alla domanda più importante e diretta “voi chi dite che io sia?”. La risposta di Pietro “Tu sei il Cristo” suscita in Gesù il rimprovero. “Ordinò”, il termine greco è “sgridò” (epitimao) lo stesso che si usa per liberare le persone dai demoni, di “non parlare di lui ad alcuno”.  Pietro, premettendo l’articolo determinativo “il” al sostantivo, afferma di credere che  Gesù sia il Messia atteso dalla tradizione, quello che avrebbe reinstallato la monarchia e imposto la legge. Gesù non è “il” Messia delle attese giudaiche ma colui che Dio ha mandato per salvare l’uomo attraverso l’ignominia della croce e, a coloro che ha scelto, coglie l’occasione per fare una catechesi sulla sua missione “cominciò a insegnare loro ….” . Dai vangeli sappiamo che una settimana dopo questo episodio Gesù sale sul monte Tabor per celebrare con Pietro, Giacomo e Giovanni la feste delle Capanne “facciamo tre tende “. Una settimana prima di questa celebrazione nel calendario ebraico si faceva memoria della festa dell’espiazione in cui il sommo sacerdote aspergeva il popolo con il sangue dell’agnello per mondarlo dai peccati. Gesù nella catechesi che rivolge agli apostoli riscrive completamente questa festa sostituendosi all’agnello, il cui sangue salverà l’uomo dal peccato e dalla morte.

 

Per il confronto personale e di coppia

(prima di confrontarvi invocate lo Spirito perché possiate vedere nelle parole dell’altro un invito di Dio alla conversione e al “bene” che lui ha stabilito per noi)

o   Potete dire con Zaccheo, la samaritana, Nicodemo, Maria, il giovane ricco di aver incontrato Cristo? L’averlo incontrato ha cambiato la vostra vita? Quali sono le resistenze per un totale abbandono e quali le certezze scaturite da questo incontro?  Cristo è “il solo Signore” della vostra vita?

o   Gesù nella vostra vita di coppia è “Messia” o “il Messia”? Il Figlio di Dio venuto a qualificare la  vostra vita o il “Dio” secondo i miei parametri, le mie attese, le mie esigenze? Gesù usa il verbo “sgridare” per rimproverare Pietro e Pietro all’annuncio della passione “sgrida Gesù”, come se il maestro avesse detto qualcosa di demoniaco

o   La vostra famiglia è una piccola chiesa domestica, luogo in cui Dio abita e vive? Accogliere; Ascoltare; Condividere; Perdonare; Servire; Morire sono nella vostra famiglia i  verbi “del quotidiano di Dio” o parole da “vendere” al momento opportuno?

 

Il tempo a disposizione non vi permetterà di confrontarvi su tutto, non vi preoccupate. Queste domande devono essere un “luogo” dove ritornare nel tempo che intercorre tra questo e il prossimo incontro. L’incontro con Cristo, nella coppia, non può essere occasionale e momentaneo ma deve abbracciare la quotidianità. Cristo non è la “persona” di cui parlare ma colui che qualifica, nell’amore, lo stare insieme di due persone (sacramento).

 

NB. Il prossimo incontro si terrà l’8 Dicembre. Ci ritroveremo in parrocchia alle 9 del mattino. Con le macchine andremo al seminario romano dove lasceremo le macchine. Reciteremo le lodi nel Battistero e poi andremo a visitare la Basilica di S.Clemente, tra le più antiche chiese di Roma. Ritorneremo in Seminario per il pranzo e nel pomeriggio ci confronteremo sul tema: Dio da Dio, Luce da Luce, 
Dio vero da Dio vero”