L’anno pastorale che si sta aprendo è “l’anno della fede”. Ma cosa significa concretamente? E’ una occasione in cui, noi cattolici, dobbiamo chiederci se viviamo la nostra vita in modo coerente con il vangelo che professiamo. Non basta dire “sono credente” ma è necessario chiedersi se, ogni giorno, in quello che facciamo lasciamo trasparire l’amore per Gesù e per la Chiesa.
L’anno della fede” coincide con il cinquantesimo anniversario dell’indizione del Concilio Vaticano II da parte di Papa Giovanni XXIII. Fu, quel concilio, una occasione per la chiesa di rientrare in se stessa e chiedersi cosa l’uomo di quel tempo si aspettasse da lei. Vorrei che questo anno fosse per la nostra comunità parrocchiale “un occasione” che il Signore ci da per chiederci se nel nostro territorio siamo segno dell’amore di Cristo. La prima impressione che ho avuto, come nuovo parroco e, che la struttura parrocchia, distante dalla vita della gente, sia un isola felice in un mare di problemi e di difficoltà. Lavoriamo tanto, ma la gente pensa a noi come ad una agenzia di servizi. Vengono in parrocchia per chiedere un aiuto ai loro bisogni materiali ma pochi sono coloro che chiedono di “parlare” con noi di Gesù. A noi spetterà il compito di far capire che, la parrocchia, oltre ad aiutare nei bisogni, è un luogo dove incontrare Cristo “misericordia e consolazione” nell’ascolto della Parola e nella pratica sacramentale. Lo faremo cercando di decentrare alcune attività nella zona di S. Giovanna Antida e di via dell’Archeologia. Ci rivolgeremo prevalentemente ai bambini,con attività mirate, così da preparare i giovani del futuro. E’ da loro e attraverso di loro che passa la speranza di Tor Bella Monaca.

L’anno della fede” dovrà essere anche il tempo in cui la comunità si sforzerà di crescere nella comunione tra i gruppi e le persone. Ognuno di noi, nel suo piccolo, deve sentirsi parte di “una comunità” e non di “un gruppo” e lavorare alla edificazione di essa.
Ogni giorno sia al mattino (9-12) che al pomeriggio (16-20), dal Lunedì al Sabato, un sacerdote sarà a disposizione negli uffici parrocchiali per ascoltare i bisogni delle persone, per le confessioni e la direzione spirituale.
A livello formativo, tutta la comunità sarà invitata a riflettere e riscoprire i documenti del Concilio. Inviteremo dei relatori esterni che ci aiuteranno a conoscere i documenti conciliari e ad attuarli nella nostra esperienza di comunità cristiana.
Per me, questo anno sarà di inseriremo e conoscenza del territorio e di voi che abitate in esso. Ho già avuto modo di conoscere le realtà parrocchiali, adesso concentrerò la mia attenzione a conoscere i collaboratori parrocchiali e gli ammalati. Dal mese di febbraio insieme agli altri sacerdoti inizierò a far visita alle famiglie.
Vi affido questo strumento perché possa aiutarvi a sentirvi parte attiva di questa comunità parrocchiale e a vivere il territorio come il luogo, “il campo” che il Signore ci ha affidato per far conoscere il suo amore misericordioso.
Nel ringraziarvi per l’accoglienza che mi avete riservato vi saluto cordialmente invocando su tutti voi la benedizione di Dio e la protezione della Vergine, Madre del Redentore.


Con affetto e stima
Don Francesco

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