“Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero”

 

Introduzione

Ci addentriamo nella professione di fede e troviamo questa formulazione sulla persona e la figura di Gesù di Nazareth.  Affermiamo che Gesù è Dio, luce e verità. Ascolteremo la Parola contenuta nei vangeli che ci aiuterà a cogliere la profondità di questa triplice affermazione. Ci lasceremo guidare dalla Samaritana al pozzo di Sicar, dal cieco nato e da Gesù dopo la lavanda dei piedi così come riportato nel vangelo di Giovanni. Liberiamo la nostra mente dagli affanni e dalle preoccupazioni e lasciamoci guidare dallo Spirito che, come dice Gesù “ci guiderà alla verità tutta intera”.

 

Ascoltiamo

 

Dal vangelo secondo Giovanni (4, 19-26)

Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa». Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo»”.

La samaritana vista la disponibilità al dialogo di Gesù rompe gli indugi e coglie l’occasione per porre al maestro una domanda di fede. E’ cresciuta con la consapevolezza che i samaritani sono “i veri adoratori” perché adorano Dio sul Monte Garizim, dove il Patriarca Giacobbe aveva elevato la stele a Dio “Bet – El” (casa di Dio) e non sul Moira, a Gerusalemme. Chi ha ragione?  Gesù insegna chi sono i veri adoratori : chi adora il Padre in “spirito e verità”.  Due termini complessi ma che dai vangeli impariamo subito a decifrare ascoltando Gesù che parla: “Io e il Padre siamo una cosa sola”; “vi manderò lo Spirito Santo”. Non c’è dubbio che Gesù ha lo spirito e con il Padre lo dona ai credenti. Lo spirito aiuterà gli apostoli a riconoscere in Cristo la parola vera e autentica del Padre. I veri adoratori saranno coloro che, illuminati dallo Spirito, accoglieranno Cristo come “la vera e autentica” Parola di Dio.

 

Mi domando:

Qual è il ruolo della Parola di Dio nella vita di coppia? Riconosciamo che Gesù è “vero Dio” e il “Signore della nostra vita”? Se la risposta fosse affermativa perché facciamo difficoltà a pregare insieme? Riusciamo ad essere come la samaritana … “veri” con “colui che è la verità”? Riusciamo ad aprire il nostro cuore in modo autentico a Cristo nel sacramento della confessione? Lo facciamo consapevoli che il sacramento della riconciliazione è l’occasione più profonda con cui Cristo ci dimostra il suo amore? La samaritana comprende la diversità di Cristo dagli altri uomini perché pur essendo corretta non si sente giudicata e Gesù la aiuta, vista la sua disponibilità,  ad essere una creatura nuova

 

Ascoltiamo

 

Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 9,24-41)

Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo».Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
 Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».”

 

Che lezione. La superbia, l’arroganza, la consapevolezza di  “essere veri” allontana i farisei e i dottori della legge dal riconoscere Gesù e a prenderlo sul serio. Il cieco, riacquista la vista e impara a vedere in modo diverso. Vede con gli occhi di Dio. Davanti ai “maestri” diventa testimone e portatore del “maestro”. Riesce a riconoscere Gesù come il “Signore” perché lo vede. Il fondamento del suo credere è nella frase “ se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”. I farisei, i dottori della legge vedono come il cieco ciò che Gesù ha fatto, ma sono incapaci di andare oltre la loro arroganza e supponenza.

Come può un cieco dire a dei “profondi cultori della Parola di Dio” come riconoscere  il Messia, il Signore? Se Gesù fosse stato Dio loro, lo avrebbero certamente riconosciuto. Peccato che non abbiano fatto i conti con un grave problema: “la loro cecità del cuore”.

 

Mi domando:

Che cosa mi impedisce di vedere Cristo in mio marito/mia moglie e nei miei figli? Quando loro mi aiutano a “vedere” accetto con serenità le loro correzioni o mi rifugio nel mio egoismo e orgoglio?  Lascio che la Parola di Dio mi corregga o “porto acqua al mio mulino” cercando giustificazioni e adducendo futili spiegazioni? “Mi rifugio” nel mio ruolo come i dottori della legge?

 

Concludo questa riflessione con le parole di Gesù dopo la lavanda dei piedi. Dopo aver parlato alla “folla sfamata” del “pane vero” (io sono il pane vivo disceso dal cielo, Gv 6,51), alla samaritana dell’acqua viva (Gv 4), al cieco nato di Gesù luce (Gv 9) e dopo aver insegnato agli apostoli l’importanza del servizio (Gv 13)  Gesù dice di se “io sono la via, la verità e la vita”(Gv 14,6). Gesù è la “via” (la strada) per la “verità” (Dio) e in questo è la pienezza della vita.

La via per la felicità e vivere in Dio, per Dio, con Dio  (ecco la profonda verità dell’uomo).